Fin dai tempi della preistoria gli uomini del neolitico stanziarono nel territorio che successivamente sarà chiamato Castelbuono, com'è testimoniato dagli esemplari di armi rinvenute: asce, raschiatoi, punte di frecce, coltelli, sia di agata che di ossidana.
Alla realtà dell'uomo antico segue la tradizione del mitico pastore "Dafni", nato nel boschetto di piante di "Lauro" irronato dalle fresche acque sorgive delle Madonie, il Ninpharum Locus: Dafni deriva da Lauro.
Reperti greco-romani-cristiani sono stati rinvenuti in varie località dell'agro castelbuonese e dintorni del museo civico del paese.
Dalla dominazione bizantina in Sicilia il paese ha preso la denominazione di Ypsigro, casale ubicato in "zona fresca e di media altitudine" stando all'etimologia.
Dalle dominazioni arabo-svevo-angioine sopravvivono ruderi significativi: il Castello del Kadi in contrada San Gugliemo, l'Abazia di Sant'Anastasia, il "Priorato della Misericordia" ed il monastero dei Santi Cosma e Damiano.
La storia documentata di Castelbuono incomincia nel periodo aragonese, primi decenni del secolo XIV,quando, in continuità di tempo e di luogo, il paese subentra al casale Ypsigro, per volontà del Conte di Geraci Francesco I Ventimiglia.
Ma nel secolo XVI gli viene riconosciuto il titolo di "Capitale dello stato di Geraci", formato da oltre "venti terre" e molti "feudi".
I ventimiglia, provenienti dalla Contea Ventimiglia Ligure primeggiarono nella storia di Sicilia, ricoprendo cariche di rilievo: ministri plenipotenti, vicerè, presidenti del regno, ammiragli, governatori; furono familiari di sovrani e mecenati di poeti e scienziati quali Torquato Tasso e Francesco Maurolico.
Nel 1595, da Re Filippo II di Spagna, Castelbuono viene elevata a principato. Nel 1632 ottiene il privilegio di potersi fregiare del titolo di città. Diviene centro di cultura umanistica, che si tramanda per secoli, tramite le Accademie Letterarie, nel teatro, nella poesia, nella scienza, nella religione,
nelle quali branche emergono uomini della levatura di Vincenzo Errante, Baldassarre Abruzzo, Leonardo Piraino, Francesco Minà Palumbo. fu sede degli ordini religiosi: Minori Conventuali, Domenicani, Agostini, Minori Osservatori, Benedettini, Cappuccini; quest'ultimo, l'unico ordine che ritornò dopo la soppressione
del 1866 e tuttora svolge intensa attività. Prosperano anche due ordini femminili, le Figlie della Croce e il Collegio di Maria.
Castelbuono è presente nella storia del risorgimento e dell'unità d'Italia, dopo essersi ribellata più volte al sopruso baronale. Ai "Mille" si aggregatorono giovani castelbuonesi. Il 14 aprile 1860 viene issato il tricolore sul campanile di Sant'Antonino Abate, ed il 12 maggio 1860 sul campanile di Sant'Antonino
Martire. Il paese aderisce alla rivolta dei fasci Siciliani del 1893. Gli avvenimenti del XXesimo secolo registrano l'intervento costante di Castelbuono, che si onora di avere, particolarmente, dato eroi per la difesa della patria e uomini politici insigni nel parlamento nazionale e regionale.